Poche notizie si hanno sui tappeti persiani fino al XV secolo. Quel che sappiamo deriva da citazioni letterarie o da descrizioni di viaggiatori: non vi è documentazione visiva diretta e neanche indiretta. Per il periodo selgiuchide, nel quale quasi certamente venivano annodati tappeti. Qualche dato in più e, soprattutto, le prime rappresentazioni minate, sono il passo in avanti compiuto in epoca ilkhnide (1221 – 1353), dal termine di questa alla fine del XV secolo il tappeto persiano è ottimamente documentato dalle precise raffigurazioni contenute nelle miniature: nessun esemplare, neanche in forma frammentaria, è tuttavia sopravvissuto. I disegni sono sempre geometrici e, tra essi, i più frequenti sono i vari tipi di ottagono (talvolta sembra di poter cogliere una discreta somiglianza con alcuni “Holbein” divisi oppure uniti fra loro da motivi di collegamento. Sono anche molto spesso utilizzati motivi ottagonali alternati con stelle a più punte o a croci, una decorazione che è frequente nelle mattonelle (spesso blu cobalto e oro); l’interno è , probabilmente, quello di creare uno spazio continuo tra il pavimento e le pareti. Di norma i disegni sono schematici, piuttosto semplici e privi di ogni artificiosità. Nel XV secolo assistiamo in persia a una profonda mutazione del disegno, quasi a un cambiamento radicale della filosofia decorativa. Dalle semplici forme geometriche (di cui esiste un discreto repertorio quanto a varietò, tratto dalle miniature) che possono essere chiuse o aperte e spesso disposte in fila alternate o sfalsate, si passa a una prevalenza di motivi floreali e / o tralcio floreale, con una organizzazione e ripartizione dello spazio che è completamente diversa dalla precedente e che non trova riscontri altrove. Sul perché e dove sia avvenuto questo mutamento possiamo solo fare congetture basata su considerazione storiche. Il cambiamento di ispirazioni è, probabilmente, una conseguenza dell’impatto con l’arte orientale., cioè con la Cina, responsabile di una influenza che è già massiccia in epoca mongola (ilkhanide). Lo si osserva agevolmente nelle miniature. Sotto Timur (1335- 1405), il grande condottiero centroasiatico, le forme vengono poi assimilate, e si assiste a un’appropriazione e rielaborazione del tema artistico. È del resto fuor di dubbio che quella timuride (1370-1506) rappresenti un’epoca d’oro e di grandissime realizzazioni pressoché ovunque nel campo dell’arte.
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